PER INFORMAZIONI SUI LIBRI

larazavatteri@gmail.com
348/7702561
Mezzana, val di Sole, Trento
via 4 novembre 21

martedì 19 gennaio 2021

PREFAZIONE LIBRO IN DIALETTO SOLANDRO EL GHE DIS EL BIS AL TAS...MODI DI DIRE DIALETTALI DI MEZZANA E VAL DI SOLE

 Prefazione

Questo libretto raccoglie modi di dire, filastrocche, termini tipici della valle di Sole. Premetto che non studio i dialetti, né la linguistica o discipline connesse. Il mio è stato solo un tentativo di ricordare alcuni modi di dire che si usano ancora oggi o che si usavano, proprio per valorizzare l'uso del dialetto nelle nostre comunità.

Parlare in dialetto una volta era naturale, oggi non più. Eppure è proprio la parlata dialettale che caratterizza una comunità, un posto, una zona, che fa sentire gli abitanti parte di qualcosa.

Provate ad allontanarvi dal vostro paese e ve ne accorgerete. Vi racconto un episodio che mi è capitato. Ero in Toscana, precisamente a Monte San Savino (provincia di Arezzo) dove emigrarono i miei antenati (per poi far ritorno a Mezzana). Ad un distributore, sento il mio ragazzo che parla in dialetto. Ma con chi poteva parlare il nostro dialetto, se laggiù non lo conosce nessuno?

Ebbene era un ragazzo noneso (ovviamente il suo dialetto era un po' diverso dal nostro) che lavorava, se non ricordo male, ad Orvieto.

Ci credete che sentir parlare dialetto in un posto così lontano da casa, quasi mi commosse? Pare incredibile ma è così. Scambiammo ancora qualche frase e anche a lui, mi ricordo, pareva impossibile poter parlare la sua “lingua” con noi.

In val di Sole si parla il solandro, anche se ci sono molte differenze. Ad esempio se dite una frase come “Cosa fai?” a Mezzana si traduce con “Che fas?” mentre nel paese appena dopo, a Pellizzano, diventa “Che fet?”.

Per fare un altro esempio a Cavizzana, un po' come i toscani hanno la “c” aspirata, per cui non dicono Cavizzana ma “Chiavizana”, o certi nomi sono al femminile, ad esempio dicono “bicera” e non “bicer” per bicchiere, alcuni termini li ho inseriti da questa zona.

Le differenze sono molte, ma diciamo che questi detti li conoscono e li usano un po' tutti, magari diversi nella scrittura o nella pronuncia, ma di “base” li sanno e li capiscono tutti.

Mi scuso fin d'ora per errori di scrittura in dialetto, non era tanto la correttezza grammaticale a interessarmi ma la parlata, il fatto di conservare questi modi di dire che fanno parte di noi.

Parlare dialetto, oggi, è un po' mantenere la nostra identità, il nostro vissuto, le nostre tradizioni. Nasce per questo questo mio scritto.


Lara Zavatteri

Nessun commento:

Posta un commento