per voi un estratto gratuito del libro "Aroma di caffè e profumo di fieno. Piccola storia di una casa nel Borghetto", tutto vero! Buona lettura, il libro lo trovate richiedendolo a me o online, su Ibs arriva a breve (pochi giorni).
Link Ibs
Dal libro:
Viaggi
di nozze
Pare
incredibile come a volte ci si cacci senza pensarci in situazioni
imprevedibili e potenzialmente pericolose. È quello che accadde nel
1942 ai miei nonni quando decisero di lasciare per pochi giorni la
casa al Borghetto e concedersi un piccolo viaggio di nozze.
Sì,
era il 1942 e c'era la guerra ma probabilmente presero un po' troppo
alla leggera il momento storico che stavano vivendo perché decisero
di andare a trovare Tea, che viveva a Gallarate, allora non il centro
di oggi ma poco più di un grande paese.
Dunque
avvisarono Tea, partirono in treno e fino a Milano tutto andò bene.
Arrivati alla stazione, però, li aspettava l'inferno in terra. Non
solo la stazione era stata bombardata, ma anche nel momento in cui vi
giunsero le bombe continuavano a cadere. Non sapendo cosa fare,
seguirono delle persone che si stavano dirigendo di corsa in quello
che, scoprirono poi, era un rifugio antiaereo e lì rimasero, in
compagnia di perfetti sconosciuti e sperando di non morire sotto i
bombardamenti. Quando il suono della sirena annunciò che il
bombardamento era cessato, uscirono con gli altri, grati per essere
ancora vivi.
Purtroppo,
però, non sarebbe finita tanto presto. Rimasero alla stazione fino a
notte, facendo avanti e indietro dal rifugio anti aereo, senza sapere
se sarebbero arrivati al giorno dopo, per di più pioveva e a mia
nonna si restrinse l'abito da sposa nero, allora infatti c'era
l'usanza di portare questo colore il giorno del matrimonio. Il peggio
però capitò con le scarpe, che a mia nonna parevano di pelle ma che
di fatto erano poco più che di cartone, infatti si ruppero
completamente e fu necessario, appena possibile, comprarne un paio in
un negozio poco lontano.
Quella
fu la loro notte di nozze: fradici, mia nonna con vestiti e scarpe a
brandelli, avanti e indietro dal rifugio aspettando il suono della
sirena.
Anche
Tea era preoccupata: aveva sentito del bombardamento e non vedendoli
arrivare aveva temuto il peggio. Solo il giorno dopo poté mandare
qualcuno a prendere suo fratello e sua cognata alla stazione
portandoli poi, finalmente, a Gallarate.
Questo
fu il viaggio di nozze dei miei nonni, tutto da ridere fu quello di
Angelina, la sorella minore di mio nonno, nata nel 1925.
Angelina
aveva sposato Giuseppe Stablum e avevano deciso di passare qualche
giorno dall'altra sorella di mio nonno, Quirina, a Dro.
Anche
in questo caso non sarebbe stato un viaggio di nozze di tutto riposo,
anche se per motivi differenti. Giunti a Dro, Angelina e Giuseppe
furono per prima cosa portati a vedere al cinema un film che la zia
non dimenticò mai, ovvero la storia di Maria Goretti. La storia di
una santa, insomma, niente di comico o almeno di adatto
all'occasione, tipo una pellicola romantica.
Giunti
a casa, si misero a letto, ma anche per loro fu una prima notte
disastrosa. Non solo Marino, il marito di Quirina, per scherzo
continuava ad entrare ed uscire dalla stanza, ma sotto al letto erano
stati attaccati molti campanacci che producevano un fracasso
infernale al minimo movimento. C'è bisogno di dire che per quella
notte non combinarono niente?
Tornarono
a casa in corriera, convinti che almeno a Mezzana avrebbero trovato
un po' di quiete. La zia Angelina aveva mal di testa ma appena scesi
dalla corriera, di fronte alla casa del Borghetto, attaccò a suonare
la banda.
Era
un omaggio agli sposi, un po' una tradizione per chi era nella banda,
come lo zio “Bepino”, ma dopo Maria Goretti, i campanacci e il
resto divenne un nuovo incubo. Per di più, c'era l'usanza che la
famiglia della sposa offrisse qualcosa da bere ai bandisti, così
Lucia e Pietro, mamma e papà di Angelina, invitarono l'intera banda
a casa.
Insomma
anche per questi sposi all'inizio non vi fu pace, anche se in seguito
devono essersi ripresi dal trauma mettendo su una buona squadra di
figli. Ma mai, proprio mai, la zia dimenticò quel film e a me,
quando capitava di sentire casualmente o di leggere il nome di Maria
Goretti, scappava sempre un poco da ridere.
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