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mercoledì 9 marzo 2022

ESTRATTO DAL LIBRO CUOR DI CORTECCIA, QUANDO GLI ALBERI PARLANO

 




Un estratto dal mio libro Cuor di Corteccia, dove a parlare sono gli alberi. Qui è un'albera la protagonista, si trovano poi robinie, abeti, pini, salici, ippocastani. Testimoni del tempo che scorre, raccontano in prima persona la loro vita e le loro esperienze:


L’albera e i falciatori

Non tutti lo sanno, anzi ormai saranno rimasti in pochi a ricordarlo, ma gli alberi hanno anche loro delle compagne, che vengono chiamate le albere. Io sono stata per l’appunto una di quelle, cresciuta da sola in mezzo ad una distesa di prati e mentre crescevo donne, uomini e bambini si sedevano appoggiandosi a me, quando il sole estivo batteva forte, nelle pause della fienagione, cercando sotto le mie fronde un po’ di refrigerio.

Per secoli i falciatori e le loro famiglie arrivavano nei prati, solitamente venivano proprio tutti, anche i bambini appena nati, perché non restava nessuno a casa ad accudirli. Li avvolgevano in una copertina e li deponevano tra le mie radici, affinché il sole non li scottasse, ed intanto ci si preparava per le dure ore di lavoro con il caldo che solo ogni tanto dava un po’ di tregua, quando il vento si alzava e anch’io parevo tremare tutta, con le mie foglie che, ballando tutte insieme, producevano un suono come di acqua che scorre.

Era bello per i falciatori sentire quel suono, voleva dire che il vento stava arrivando a dare loro qualche attimo di frescura, che potevano per un momento riposare. Allora tutto si falciava a mano.

Gli uomini arrivavano con le falci e il porta cote agganciato ai pantaloni, dove immergevano la lama della falce per renderla sempre affilata al punto giusto grazie alla pietra che la restituiva tagliente, le donne seguivano ammassando quando era ora l’erba con i rastrelli, fino a formare lunghi cumuli pronti a seccare e a trasformarsi in fieno. Ah, l’odore del fieno! Solo chi abita in montagna o in campagna lo riconosce subito.

È un odore difficile da definire, perché composto dei profumi, degli odori, degli effluvi delle erbe aromatiche e dei fiori che la falce toglieva al terreno e che venivano rilasciati nell’aria quando quell’erba si era seccata. Quando si sentiva quella fragranza voleva dire che l’estate era iniziata, perché i falciatori erano già usciti per tagliare il primo fieno. La si sentiva ovunque, perché allora erano molti i prati che i falciatori dovevano lavorare e così l’erba mentre pian piano si seccava, si tramutava in un profumo dolce e amaro al tempo stesso.


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Richiedendomelo a Mezzana in via 4 novembre 21, larazavatteri@gmail.com o su Facebook, online (Es.Ibs, Mondadori Store) ordinandolo in libreria (nome autore, titolo, editore Youcanprint). 


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