Ciao a tutti. Per voi un estratto gratuito da leggere dal mio libro "Aroma di caffè e profumo di fieno. Piccola storia di una casa nel Borghetto" .
La
Madonna di Pinè
Una
volta il pellegrinaggio alla Madonna di Pinè era un viaggio cui
partecipavano in molti, anche gente del Borghetto. Le occasioni per
lasciare il paese e vedere qualche altro posto erano poche, se non
del tutto inesistenti, per cui il pellegrinaggio alla Madonna di
Pinè, se da una parte era testimonianza della fede della gente,
dall'altra permetteva di evadere almeno per un giorno dalla routine
quotidiana.
Si
programmavano vere e proprie gite per questa visita spirituale e
invece di prendere la corriera ci si organizzava con un camion, tutti
in gruppo.
Le
donne partivano indossando soprabiti di colore nero, agghindate un
po' come se si partisse per una festa, ma all'arrivo il nero iniziale
era diventato un pesante color grigio. Infatti, tutto il tragitto
veniva svolto con il camion che però pur dotato di panche per far
sedere i pellegrini, era aperto e inoltre le strade per la maggior
parte non erano asfaltate, così che da Mezzana alla Madonna di Pinè
si alzavano immensi nuvoloni di polvere che ricoprivano tutti i
partecipanti al pellegrinaggio che giungevano sì alla meta, ma in
condizioni da far spavento.
Per
di più, in seguito c'era da fare ritorno a casa e altra polvere si
depositava sui malcapitati, c'è da chiedersi come saranno tornati a
Mezzana se, per caso, incappavano per sfortuna in una giornata di
pioggia.
Questi
pellegrinaggi alla Madonna di Pinè continuarono per diversi anni,
fino a che si smise di organizzare gite di gruppo e anche il culto di
questa Madonna andò dimenticato o quasi.
Altre
diventarono le mete spirituali per i fedeli e non c'era più
l'inconveniente della polvere, essendo tutte le strade asfaltate, né
quello del camion aperto, perché ognuno viaggiava con la propria
automobile.
Nonostante
tutti i disagi, il pellegrinaggio alla Madonna di Pinè era anche un
modo per stare insieme, per parlare, anche per ridere quando le donne
si ritrovavano con addosso un soprabito di un altro colore. Era
insomma un momento che permetteva anche di vedere un posto diverso e
per un giorno di lasciarsi alle spalle il duro lavoro nei campi o
nella stalla. Uno di quei pochi momenti che la gente del Borghetto e
di Mezzana si concedeva, come accadeva di rado, se non per la festa
di San Matteo a Malé, quando i contadini potevano vendere o
acquistare mucche e le donne girare per il mercato, un appuntamento
che, seppur cambiato, è ancora vivo ai giorni nostri.
Ma
partire per visitare la Madonna di Pinè era altra cosa, voleva dire
lasciare la valle e ciò equivaleva ad un vero e proprio viaggio,
quasi in un altro mondo, per tanti che erano abituati a spostarsi, al
massimo, fino al paese vicino.
Da
citare anche la Madonna pellegrina, che giunse anche al Borghetto
arrivando da Piano di Commezzadura. Non so di preciso in che anno
accadde, ma la tradizione di portare di paese in paese la Madonna
pellegrina risale agli anni Quaranta del Novecento. La Madonna
pellegrina venne presa in consegna dagli abitanti di Mezzana sul
confine di Commezzadura e prima di arrivare in chiesa fece tappa alla
casa del Borghetto, dove per accoglierla era stato eretto un piccolo
altare ricoperto di fiori e frasche di abete. Si trattava di un
momento di fede e solitamente si invocava in questo modo la Madonna
pellegrina per far cessare qualche calamità o per la fine di
situazioni straordinarie, come poteva essere la guerra, in questo
caso, forse, la seconda guerra mondiale. Probabilmente il Borghetto
non fu l'unica tappa della Madonna prima di giungere in chiesa e dopo
un certo tempo i vicini di Pellizzano saranno arrivati fino al
confine per prenderla anche loro in custodia. La Madonna pellegrina e
la Madonna di Pinè erano, un tempo, tradizioni religiose importanti
e molto sentite e l'invocazione alla Madonna quella più tenuta in
considerazione per far terminare epidemie, calamità di tipo naturale
o per far ritornare, finalmente, la pace.
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