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lunedì 22 febbraio 2021

ESTRATTO DAL MIO LIBRO L'INTIMO NON SI CAMBIA

 

Per voi un estratto dal mio libro "L'intimo non si cambia (e nemmeno si prova)", tutto da ridere.


LE L'OS DEN CHET!


Questa la voglio raccontare dai, pare incredibile la fantasia che possono avere i bambini. Dunque anni fa c'era questo gruppo di bambini che, in una giornata d'estate, mentre erano impegnati in una gita nel bosco, s'imbatterono in un osso d'animale.

Dopo l'iniziale spavento-vedere un osso fa sempre un po' impressione-lo raccolsero convincendosi praticamente subito, valutando scrupolosamente forma e dimensioni, di aver scoperto nientemeno che l'osso di un dinosauro. Perché no, in fondo? Capitava, di tanto in tanto-l'avevano letto o visto in televisione-che la gente nei posti più strani o anche posti normali, come appunto un bosco, trovasse ossa di dinosauri e già i bambini s'immaginavano con la foto sul giornale, mentre raccontavano come erano giunti alla formidabile scoperta.

Magari poteva addirittura trattarsi di un dinosauro ancora sconosciuto, o di un Dodo (ma quello non era un dinosauro, comunque andava bene lo stesso) magari sarebbero diventati famosi e ovviamente qualcheduno, tipo un museo o roba simile, li avrebbe ricoperti di monete d'oro lucente, da sguazzarci dentro come faceva, nei fumetti, zio Paperone nel suo deposito.

Senza pensare più alla gita, i nostri presero su l'osso, lo ripulirono alla meglio dalla terra e corsero a casa. Obiettivo: cercare su qualche enciclopedia di che dinosauro si trattasse. Che fosse un Velociraptor, Un T-Rex? Bah! Sbucarono come razzi dal bosco, diretti verso la casa di uno di loro.

Tutti contenti risalirono la strada, fino ad incontrare un uomo che vedendoli così eccitati dalla scoperta, domandò loro delucidazioni.

Al gruppo non parve vero di poter mostrare la loro scoperta così porsero l'osso all'uomo, spiegando che sicuramente era l'osso di un dinosauro, poco ma sicuro, solo che ancora non sapevano di quale tipo.

L'uomo guardò un momento l'osso, già sogghignando per le ipotesi dei bambini e infine disse solo, in dialetto “Le l'os den chet!” cioè “È l'osso di un maiale!” ridendo come un matto.

I bambini si guardarono, costernati. Figurarsi! Mentre l'uomo guardando l'osso seguitava a ridere per tutta la situazione, i bambini, infuriati, se la filarono per cercare notizie ulteriori SUL DINOSAURO, non su un suino.

Era impossibile credere a ciò che aveva detto l'uomo, inimmaginabile, inaudito! Sicuramente l'uomo si era sbagliato o aveva voluto prenderli in giro o-perfino-mirava a impossessarsi lui stesso del prezioso osso, ma loro sarebbero stati ben attenti a non lasciarselo portar via.

Così, furibondi, giunsero a casa di uno di loro, e deposto l'osso tirarono fuori tutte le enciclopedie e i libri utili a scoprire l'identità del dinosauro.

Eh già, c'erano ancora le enciclopedie per fare le ricerche, Internet nemmeno esisteva, anche se, per restare in tema, non parliamo del Cretaceo.

Così, dopo ore di ricerche, pagina dopo pagina, la verità si palesò ai loro occhi: avevano raccolto un osso animale, sì, ma non di dinosauro. Era “l'os den chet!”.


mercoledì 17 febbraio 2021

BLOG O SITI...PER COMPARIRE QUI

 


Ciao a tutti.

Avete un blog o un sito? Potete comparire come link su questo blog, se trattate argomenti relativi ai libri, oppure al dialetto, o a Mezzana e la val di Sole. 

Ovviamente non saranno presi in considerazione blog o siti con contenuti non adatti. 

Scrivetemi a larazavatteri@gmail.com proponendo il vostro blog o sito e spiegando brevemente di cosa parla, se è ok vi farò sapere, inserirò il link e voi dovrete fare altrettanto inserendo il link al mio blog sul vostro spazio, insomma, uno scambio link. Naturalmente, zero costi, ma la possibilità di "aiutarsi" reciprocamente e farsi conoscere.

A presto!

Lara

domenica 7 febbraio 2021

QUANDO SI SENTE IL SILENZIO...

 

 


 

 

 

 

Un estratto del libro per voi! Se amate gli alberi, si tratta di un libro con racconti in cui, a parlare, sono proprio loro. Il libro è dedicato a Mauro Barbetti, bambino di Mezzana scomparso troppo presto. Era mio amico e avevamo un albero speciale, un ippocastano, dove giocavamo. Oggi quell'albero e Mauro non ci sono più, ma restano sempre nei miei ricordi, nel mio cuore e in questo libro dove uno dei racconti è dedicato proprio a noi e all'ippocastano. In questo racconto, invece, scoprite quando si sente, paradossalmente,il silenzio...

 

Il bosco di pini e il grande inverno

Ho visto e vissuto molti inverni nella mia vita, ma uno lo ricordo in modo particolare. Era appena il mese di ottobre, e quando nevica già in autunno la neve poi fa fatica ad andare via, non è la stessa neve che cade a febbraio, per dire, e dura molto a lungo. Quell'anno si era, appunto, ai primi di ottobre e una sera, piano piano, i primi fiocchi iniziarono a cadere dal cielo. Ci volle un po' perché attecchissero al terreno, ma quando la nevicata divenne più intensa e i fiocchi più grossi e non bagnati, le stradine di campagna e i prati si ricoprirono in poco tempo.

Quando nevica, e solo quando nevica, si sente, anche se pare assurdo da dire, un silenzio magico. Si sente il silenzio, quando nevica, perché tutto si ferma e i rumori sono smorzati dalla coltre che copre tutto. Tutti se ne accorgono e ascoltano quel silenzio che normalmente non si sente, quando mai si dovrebbe sentire il silenzio? Pare un controsenso. Eppure la neve fa sentire il silenzio, non c'è un solo rumore che intralci il suo lavoro mentre imbianca tutto. Non ho mai capito da dove derivi il silenzio della neve, ma so che è bello da stare ad ascoltare, fin quando non ti guardi attorno e vedi che la neve velocemente sta salendo.

Quella nevicata di ottobre portò oltre un metro di neve, ed era solo l'inizio. Dopo qualche giorno di riposo, il cielo si fece di nuovo color latte, la temperatura si alzò e i fiocchi iniziarono a turbinare nuovamente attorno ai nostri rami, nel piccolo bosco di pini dove vivevo con la mia ed altre famiglie. È difficile sopportare un peso per tanto tempo e non spezzarti. Lo so bene io che quell'anno sui miei rami vidi cadere tanta neve che non faceva a tempo a colare via gocciolando dalle mie fronde, perché gelava non appena veniva notte. Così dovetti abbassare molti dei miei rami sotto quel peso ed alcuni furono spezzati per sempre perché non riuscii a reggere altra neve, come accadde ai pini del boschetto. 

 

 Disponibile online(Ibs, Mondadori Store, La Feltrinelli e principali negozi online di libri), in libreria con titolo, autore e editore (Youcanprint)  o richiedendomelo a larazavatteri@gmail.com o su Facebook, posso anche spedirlo ovunque.  

martedì 2 febbraio 2021

ESTRATTO GRATUITO DAL LIBRO IN DIALETTO EL GHE DIS EL BIS AL TAS...PER VOI

 Per voi, un estratto gratuito dal mio libro con detti solandri "El ghe dis el bis al tas...modi di dire dialettali di Mezzana e val di Sole". 

Far vegner la rioma/l'ofi.


Fare paura.


Il secondo termine (ofi) era più usato in passato, ora non si utilizza quasi più.




Masa grazia Sant'Antoni!


Troppa grazia Sant'Antonio!


(Detto comune, che spesso si usa in chiave ironica.)




Cargà come San Quintin.


Carico come San Quintino.


(Detto di persona che porta molte, troppe cose.)




Eser föra come en pontesel.


Essere fuori come un poggiolo.


(Detto di persona mezza pazza o stramba.)



Nol gà tute le fasinele a posto.


Non ha tutte le rotelle a posto.


Stesso detto di sopra.



För dal semnà.


Fuori dal seminato.


Idem come sopra.




Nar för dal pirlo.


Andare fuori dalla trottola.

(Impazzire.)



Din don campanon

le campane de Val de Non

ghera sota doi popini

che i magnava fasolini

i gà dit damen un

iè scampadi come el fum.


Din don, suonano tutte le campane,

le campane della valle di Non

c'erano sotto due bambini

che mangiavano fagiolini

gli hanno detto datemene uno

sono fuggiti come il fumo.


Filastrocca popolare (che tra l'altro si può trovare anche in altri dialetti).



Ho copie disponibili, basta scrivermi a larazavatteri@gmail.com o su Facebook, altrimenti lo trovate online (Ibs, La Feltrinelli, Mondadori Store...) o in libreria con titolo, autore (Lara Zavatteri) e editore (Youcanprint). Grazie di cuore a tutti voi!


lunedì 1 febbraio 2021

IL MIO PRIMO LIBRO...SULLA VAL DI SOLE


 Ciao a tutti. 

Questo è il mio primo libro "Frammenti di una valle", non è un libro vero e proprio ma una raccolta di articoli strani e curiosi sulla val di Sole, scritti da me tra il 1998 e il 2005. Per fare qualche esempio, una mucca capitata in una gioielleria a Vermiglio, due aquile capitate in un giardino, una mostra a castel Caldes, gli 80 anni di Edoardo Redolfi, il poeta del "Borghetto" a Mezzana, l'ultimo Kaiserjàger della valle, Fiorenzo Ceschi di Cavizzana, la chiesa della Madonna dell'Aiuto riaperta a Mezzana dopo 60 anni e molto altro, con un inserto fotografico. Per chi vuole ricordare o scoprire momenti insoliti o personaggi della valle.

Essendo un libro realizzato in tipografia da me non si trova online nè in libreria, ma solo richiedendomelo a larazavatteri@gmail.com, su Facebook, posso spedire ovunque. Prezzo 10 euro.