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mercoledì 22 febbraio 2017

DUE LIBRI IN PARTENZA PER “UN LIBRO PER AMATRICE”



Un cane di nome Giuliano” e “Agata.Come un funerale ti salva la vita” sono stati spediti per l'iniziativa “Un libro per Amatrice” organizzato dalla redazione di RietiLife. Ho deciso di mandare questi due libri in quanto il primo, adatto anche ai ragazzi e ai bambini e anche il secondo, per adulti, sono libri divertenti e ironici, un piccolo modo per far comprendere alle popolazioni colpite dal terremoto quanto sia importante ritornare a sorridere.

I libri sono con dedica e allegato ho aggiunto, come richiesto, un messaggio di speranza che andrà a costituire un murales.

Un abbraccio alla popolazione di Amatrice e spero che i libri possano piacere! ;)

martedì 7 febbraio 2017

ANTICIPAZIONE DEL LIBRO AGATA, UNO DEI PROTAGONISTI


Il signor Enea

In realtà di fotografi ce n'erano due, in paese, ma quasi tutti andavano dal signor Enea perché 1) aveva prezzi migliori e 2) le sue foto erano sempre più belle. I genitori del signor Enea, scomparsi da anni, da sempre raccontavano che l'origine di quel nome era l'incendio che, partito dal loro fienile-erano allevatori e vivevano ai margini del paese- si era propagato in fretta anche verso la loro casa. Stavano tutti dormendo, ma Enea uditi i muggiti delle vacche aveva immediatamente attaccato a urlare. La madre era subito uscita per cercare di liberare gli animali, che si salvarono per miracolo, ma il padre, che secondo il racconto era stato operato da poco ad una gamba, non riusciva a muoversi dal letto.
Fu a quel punto che iniziò la leggenda del signor Enea. Secondo i genitori il ragazzino, che aveva all'epoca sei anni, si era caricato il padre sulle spalle e l'aveva tratto in salvo, mentre la casa iniziava a bruciare.
Proprio come aveva fatto il mitico Enea caricandosi sulle spalle il padre Anchise, mentre la città di Troia bruciava.
Come avesse potuto, un ragazzino di soli sei anni, farsi carico di un omone di quasi un quintale e portarlo fuori casa, non lo sapeva nessuno. Si dimenticavano tutti, poi, che i nomi dei bambini si danno alla nascita, non dopo un fatto del genere, ma tutti ci passavano sopra e la maggior parte credeva a queste panzane.
La cosa reale era, invece, che il signor Enea era nato cieco, o meglio vedeva solo ombre davanti a sé e tuttavia era riuscito a diventare fotografo e, per giunta, a diventare pure molto bravo.
Per tutta la vita aveva vissuto nella casa da cui aveva tratto in salvo il padre, per chi voleva crederci, neanche a farlo apposta a poca distanza dall'altro fotografo, che non riusciva a capire come un non vedente potesse creare delle immagini più belle delle sue, che invece vedeva benissimo.
Il signor Enea spiegava che lui le fotografie le faceva “con il cuore” e che per quello gli riuscivano tanto bene.

Cretinate!” gridava l'altro fotografo, adirato.

Fatto sta che il signor Enea si era fatto una clientela di tutto rispetto, non solo in zona ma anche online, dove vendeva foto di paesaggi, animali e quant'altro, anche su richiesta. Vedeva solo ombre, più chiare o più scure, ma ciò gli bastava per capire dove fosse il soggetto, come muovere la macchina e via discorrendo.

LEGGETE IL RESTO SU

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