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Mezzana, val di Sole, Trento
via 4 novembre 21

giovedì 30 gennaio 2025

RUBRICA UNA PAGINA A CASO

 


Inauguro oggi una nuova rubrica per i miei libri "Una pagina a caso". Sceglierò una pagina a caso dei miei libri e la pubblicherò, così avrete un "assaggio" del libro. Comincio con il mio ultimo libro cioè "Sofia e la capsula del tempo" che trovate richiedendomelo a larazavatteri@gmail.com, a Mezzana in val di Sole in via 4 novembre 21, su Facebook o lo potete acquistare online (Ibs, Mondadori Store...) o ordinarlo in libreria con titolo, autore e editore (Youcanprint). Ecco, per voi, una pagina a caso:


Già è stato detto che Sofia, per lavorare, piantava alberi. Ma non solo perché lavorava in un vivaio, li trasportava, li curava, li travasava e via discorrendo. Piantava proprio alberi. Già, perché il signor Amerigo anche se parlava in dialetto quando era arrabbiato e non solo, anche se bofonchiava parole a volte incomprensibili e aveva spesso da dirle “Te parel ore da rivar’” in fondo era un buon uomo.

Sofia aveva scoperto questa attività del signor Amerigo durante quegli oltre due anni che stava lì nel vivaio. Un giorno era arrivato un carico di piante che non aspettavano, ma il signor Amerigo aveva fatto cenno al furgone di entrare pure nel vivaio. Aveva controllato le piante e poi detto a Sofia di accompagnarli.

Sofia, che aveva chiuso il vivaio e messo il cartello “torno subito” (che poi, sarebbero tornati subito? Boh! Non sapeva nemmeno dove stessero andando) mentre il signor Amerigo e l’uomo del furgone stavano davanti, si era seduta dietro, insieme agli alberi. Avevano lasciato il centro abitato e si erano diretti verso la montagna. Era un posto che tutti conoscevano bene, perché tempo addietro uno spaventoso incendio aveva raso al suolo parecchi ettari di quel bosco. Le fiamme, aiutate anche dal vento, avevano attaccato in un baleno i tronchi e i rami degli alberi e nonostante tutti gli sforzi dei vigili del fuoco c’erano volute ore e ore per domare le fiamme. Alla fine, tutto appariva nero, bruciacchiato, morto.

Se da vicino lo spettacolo era da Apocalisse, anche da lontano quella sorta di macchia scura stringeva il cuore. Era proprio lì che il furgone si stava dirigendo, lì dove tutto era ancora annerito nonostante fosse passato del tempo. Giunti in una radura, il furgone si fermò, l’uomo aiutò il signor Amerigo a scaricare le piante mentre quest’ultimo porgeva a Sofia gli attrezzi che aveva portato fin lì, che Sofia non aveva notato (probabilmente li aveva già messi nel furgone) ovvero vanghe e tutto il necessario per appunto piantare alberi.


Comincia qui” le disse il signor Amerigo porgendole una pala.


Sofia ubbidì e iniziò a scavare come stava facendo il signor Amerigo, che, si scoprì, aveva in mente di piantare quello e altri carichi di alberi per rinverdire quella zona. Così andarono avanti, lei e il vivaista, mentre man mano che gli alberi calavano l’altro uomo andava e tornava con un nuovo carico. Mentre lavorava Sofia pensava, non le pareva che nessuno avesse richiesto quel lavoro. Ma allora che cosa ci facevano lì? Perché il signor Amerigo da ore, insieme a lei, piantava alberi su quella montagna devastata dal fuoco? Decise di chiedere delucidazioni.


Signor Amerigo mi scusi, ma chi ha chiesto queste piante?”


Il signor Amerigo non alzò nemmeno la testa e continuò a lavorare. Eppure doveva aver sentito benissimo. Intanto grazie ai nuovi alberi, che sarebbero cresciuti, quella macchia scura un po' alla volta sarebbe rinverdita, ci sarebbe stata nuova vita sulla montagna mangiata dal fuoco. Sofia non osò chiedere nuovamente nulla, ma quando il tizio del furgone tornò, gli si avvicinò.


Scusi, ma sa per caso chi ha richiesto questi alberi al signor Amerigo?” domandò.


L’uomo la guardò stupefatto, come se si aspettasse che conoscesse tutta la storia. Quando capì che per davvero Sofia non ne sapeva nulla, spiegò:


Nessuno li ha chiesti. È stato il signor Amerigo a proporre a chi di dovere di piantarli, per far tornare il bosco. Questi hanno accettato ed eccoci qua.”


Vuol dire che gli alberi e il lavoro sono tutto gratis?” chiese Sofia.


Gli alberi di sicuro, signorina. Per il suo lavoro non so” disse lui.





mercoledì 29 gennaio 2025

LIBRO DISPONIBILE E ASSOCIAZIONE RESTA ANCHE SENZA STRUTTURA


 Storie vere di animali, con due miei racconti ed altri di autori italiani. Il ricavato va sempre all'associazione canile di Naturno. Dopo essere stata costretta a spostarsi in val d'Ultimo l'associazione da fine marzo non avrà più purtroppo una struttura, anche se continuerà a cercare un terreno. L'associazione resta, è tutto invariato, segue i cani dove saranno dislocati ed altri progetti di aiuto per gli animali. Se volete il libro ho copie disponibili o lo trovate online su Ibs, La Feltrinelli, Mondadori Store, Amazon. Il ricavato sempre all'associazione grazie Lara

martedì 14 gennaio 2025

IL VIDEO DEL LIBRO DI SOFIA SUL MIO GRUPPO SU FACEBOOK

 Ciao a tutti.

Il video del mio libro su Sofia e la capsula del tempo potete vederlo sul mio gruppo Facebook "Tutti i libri della scrittrice Lara Zavatteri" a questo link:

https://www.facebook.com/1498895502/videos/1835845873925413/


martedì 7 gennaio 2025

COME INIZIA SOFIA E LA CAPSULA DEL TEMPO

 Ecco come inizia il mio libro "Sofia e la capsula del tempo". Buona lettura!


La capsula del tempo stava in piazza. Stava lì da un po', un progetto che era stato pensato da un’associazione perché si potesse documentare la vita, anche quotidiana, della gente che viveva nel mondo negli anni Venti del Duemila.

A Sofia faceva un po' strano quel “gli anni Venti del Duemila” e in verità faceva anche un po' vecchiotto, nel senso che a lei pareva di avere un sacco di anni anche se ne aveva poco più di quaranta, perché lei il Duemila l’aveva visto arrivare, aveva vissuto anche nel Novecento, Dio mio! Chissà come si chiamava la sua generazione, visto che oramai mettevano i nomi a tutte le generazioni. Non se lo ricordava mai e le pareva francamente un’assurdità.

Comunque la capsula non era l’unica, ce n’erano un po' ovunque nei paesi, nelle città in Italia e si parlava di piazzarle anche in altri Paesi del mondo.

Sofia piantava alberi per lavoro, non aveva uno smartphone ma un semplice telefonino come quelli di un tempo, che usava solo per chiamare e ricevere messaggi, non usava applicazioni, nemmeno WhatsApp e cominciava a pensarci su anche sui social.

Non aveva tv a pagamento, né intendeva averla mai, visto che le pareva che l’assenza di programmi decenti fosse tutto un complotto proprio per far passare la gente alla tv a pagamento per forza.

Era single, lavorava con le piante, non le piaceva il casino, per tantissimi aspetti era tutto l’opposto di come “doveva” essere una persona degli anni Venti del Duemila.

Tutti potevano partecipare al riempimento della capsula, che era aperta notte e giorno. Bastava arrivare davanti alla stessa, cliccare un bottone e infilarci un biglietto con scritto cosa aveva caratterizzato quel giorno, così che le future generazioni-sempre se ce ne fossero state ancora, visto il clima che pareva impazzito e che prima o poi avrebbe steso tutti- potessero comprendere come viveva la gente “un tempo”.

Non era molto che la capsula era stata piazzata, una sorta di cilindro cavo, che finiva in un serbatoio sotto terra e che quando fosse stata riempita sarebbe stata chiusa, per aprirla circa 100 anni dopo, le pareva.

Anche se non era molto, qualcuno aveva già iniziato a vomitare dentro la capsula biglietti, chissà mai con scritto che. Sofia inizialmente credeva che ciò che scrivevano le altre persone non si potesse vedere, invece dopo un tot di messaggi buttati dentro, grazie a un piccolo computerino, si potevano leggere a video appunto i messaggi degli altri.

C’era un’unica regola: non firmare i biglietti.

All’inizio questa storia dei biglietti e della capsula a Sofia non era importata molto. Però, notte dopo notte, le venne il desiderio di scrivere pure lei qualcosa per chi sarebbe venuto dopo (forse, se il Pianeta fosse esistito ancora).

Dunque, rigirandosi nel letto, si domandava cosa scrivere, ma non le veniva in mente nulla. Nulla che valesse la pena di essere ricordato, nulla di nulla.

Così, una notte, decise che avrebbe scritto qualcosa di bello capitato durante il giorno o visto, o sentito. Sarebbe stato facile. Con questo pensiero si addormentò.


Vi è piaciuto? Vorreste leggere il resto?

Potete richiedere il libro a me a Mezzana (Val di Sole, Trento) in via 4 novembre 21, a larazavatteri@gmail.com, su Facebook oppure lo trovate online su siti come Ibs, La Feltrinelli, Mondadori Store, Amazon, o lo potete ordinare in libreria con nome autore, titolo e editore (Youcanprint). Grazie!



MAPPA CON I LUOGHI DEI LETTORI DEI MIEI LIBRI

 


Sicuramente avrò dimenticato qualcuno, se desiderate il mio ultimo libro Sofia e la capsula del tempo o altri miei libri (li vedete qui nel blog) chissà che non possa mettere qualche altra zona sulla mia mappa! Basta richiedermi un libro a Mezzana via 4 novembre 21 o su Fb o larazavatteri@gmail.com.