PER INFORMAZIONI SUI LIBRI

larazavatteri@gmail.com
348/7702561
Mezzana, val di Sole, Trento
via 4 novembre 21

venerdì 14 marzo 2025

COSA CI SARA' NEL PACCO?

 



La nuova "sfornata" di copie appena arrivate di Sofia e la capsula del tempo!


Cosa c'è di bello del nostro  tempo? E di così così o di brutto? Sofia lo scrive nei bigliettini che mette nella capsula del tempo, destinata ad essere aperta tra 100 anni. Scoprite con lei il nostro mondo, perché si parla proprio degli anni Venti del Duemila. Protagonista anche un vivaista che a volte parla nel dialetto della valle di Sole, un cagnetto e un ragazzo misterioso. 

Anche questo libro partecipa al Progetto A.L.G.E. (Aughen, Lucky, Giuliano e Esteban, amici cani e gatti volati in Cielo) con un 1 euro accantonato per l'Associazione canile di Naturno. Leggete gli altri post per scoprire il progetto nel dettaglio! 

Copie subito disponibili, basta richiedermelo a larazavatteri@gmail.com o su Facebook, o mi trovate in via 4 novembre 21 a Mezzana, val di Sole (Trento). 

mercoledì 26 febbraio 2025

UN ESTRATTO A CASO DAL MIO LIBRO A PIEDI NUDI NEI TINI...SU RONCIO


Un estratto dal mio libro A piedi nudi nei tini e altri racconti della Valpantena e della Val di Sole, qui si parla del paesino di Roncio, frazione di Mezzana. Anche questo libro partecipa al Progetto A.L.G.E. (leggete i post sotto) e lo trovate da acquistare anche al Punto di lettura di Mezzana o richiedendolo a me a Mezzana in via 4 novembre 21, Facebook o larazavatteri@gmail.com. Leggete qui sotto:


Ricordo una volta in cui, insieme ad un'amica-andavamo forse alle medie-decidemmo di salire fino a Roncio. Una volta lì, pensavamo che la chiesetta fosse aperta, invece provammo a spingere la porta, a far scivolare verso il basso la maniglia, ma nulla. La chiesa era chiusa. Non passarono forse nemmeno cinque minuti che capitò lì una donnina, con un mazzo di chiavi, dicendoci se ci interessava vedere la chiesa.


Era l'Aldina, custode della chiesa, che prima, mi pare, ci chiese “di chi eravamo” (cioè chi erano i nostri genitori) e poi fu ben contenta di aprire la chiesa e farcela visitare, spiegandoci qua e là cose che non sapevamo. Fu un pomeriggio bellissimo grazie anche all'entusiasmo dell'Aldina che probabilmente non vedeva l'ora di aprire la chiesa per farla vedere a qualcuno.


A Moresana abitavano anche Salvin e sua moglie, che solo in ultima decisero di trasferirsi a Roncio. Moresana, Mezol, Daial, Farini erano posti che pullulavano di vita, di gente, di orti, di stalle, di attività. Posti poi abbandonati, solo Roncio ha una sua piccola popolazione e, in questi anni, anche persone che hanno deciso di andarci a vivere. Così il paese un poco è ancora vivo, anche se non c'è nessuna comodità, non ci sono negozi, per chi non ha la macchina scendere è un problema, soprattutto d'inverno quando non ci si può muovere nemmeno a piedi.


Uno potrebbe domandarsi perché si sceglie di vivere così. Qualcuno è rimasto da prima, qualcuno ha lì la casa della sua famiglia, altri sono nuovi. Ma se salite fino a lì, o vi spingete anche più su fino alla malga Farini, capite perché. Un po' è il paesaggio spettacolare che si vede, già da Roncio, con la montagna del Sasso Rosso tanto vicina come non la si vede da nessun punto di Mezzana. E poi la vista sui boschi intorno, sulla valle più in basso, i colori accesi dei ciliegi e degli altri alberi in autunno, la pace e la tranquillità che si respirano, interrotte solo dal gorgogliare della fontana che accoglie chi arriva in paese.


Dal fondovalle, il paese pare scomparire nella bella stagione. Se da Mezzana si guarda in su, d'estate, si vedono spuntare solo i tetti di alcune case, quasi come funghi che fanno capolino dalla boscaglia, ma nulla più. Pare che il paese si sia nascosto tra le fronde, un paese dove il sole arriva presto e se ne va tardi. Invece l'inverno Roncio si scorge per intero, non ci sono più le foglie degli alberi a proteggerlo dalla vista. Così da lontano si nota l'Albero di Natale sulla piazzetta, le lucine dei balconi, i tetti spolverati dalla neve e i camini che fumano. Pare un po' anch'esso un piccolo presepe.


Ci sono anche altri paesini che hanno lottato e lottano per sopravvivere, nonostante tutto, ovvero le altre due frazioni di Mezzana, Ortisè e Menas. Anche queste meno popolate di un tempo, senza molte comodità, con gente che ha saputo resistere e continuare a vivere, per la maggior parte, sulla terra dei propri avi. Anche se arrivano inverni da far paura e si resta isolati, anche se, magari, ogni tanto qualcuno si domanda se non fosse stato meglio abitare nel fondovalle. Invece sono rimasti e restano lì ed è anche questa la forza della gente di montagna, resistere nei luoghi dove si è nati, dove si è cresciuti, anche se altrove sarebbe tutto più comodo e più facile.


Ortisè e Menas però li vedi sempre, in qualunque stagione. Solo Roncio pare nascondersi d'estate e sbucar fuori ai primi sentori d'autunno, quando cadono le foglie prime, come a fare “cucù!”, come fosse uno scherzo, come a dire a chi guarda: “Sono ancora qui!”.

C'è ancora anche la strada vecchia che da Mezzana portava fin lassù, attraversando il bosco. Anche tagliando in questo modo, per i bambini e la gente che doveva arrivare fino a Mezzana, in tempi in cui le macchine non esistevano, era una camminata non da poco.

Facevano questa strada tutti coloro che, per esigenze diverse, dovevano recarsi a Mezzana.


martedì 18 febbraio 2025

UNA PAGINA A CASO DA AROMA DI CAFFE' E PROFUMO DI FIENO

 


Una pagina a caso tratta dal mio libro "Aroma di caffè e profumo di fieno. Piccola storia di una casa nel Borghetto" che parla di Mezzana. Anche questo libro partecipa al progetto A.L.G.E. (leggete il post sotto) basta richiedermelo, posso anche spedirvelo!

Alberi

Sono diversi gli alberi del Borghetto che non ci sono più. Tra tutti voglio ricordare in particolare gli ippocastani dell'hotel Salvadori, che con la loro chioma regalavano frescura in estate e in autunno lasciavano cadere luccicanti castagne che facevano capolino da un riccio spinoso.

Erano alberi possenti, con profumati fiori in primavera, caratteristica tipica degli ippocastani le cui castagne sono belle ma non si possono mangiare.

Gli ippocastani avevano dimensioni ragguardevoli, per cui dovevano avere una certa età, ma venne il giorno in cui furono tagliati, all'incirca negli anni Novanta: ricordo che quel giorno diverse persone stavano a guardare la fine degli ippocastani, perché quando un albero scompare, è un po' come se scomparisse un amico.

Gli alberi infatti ci vedono crescere, sono testimoni di tutto, ci abituiamo alla loro presenza e quando non ci sono più ci viene a mancare qualcosa, come se un elemento fondamentale di un paesaggio fosse andato perduto.

Oltre a questi anche il grande abete sempre dell'hotel Salvadori, che però si trovava sopra l'albergo, è uno degli alberi scomparsi. Gigantesco, muoveva talmente le sue fronde quando tirava vento da provocare un certo frastuono, ma da vedere, per la sua altezza e la sua imponenza, era unico. Fu tagliato quando ormai era diventato centenario. Ne aveva viste di cose, quante ne aveva sentite: eppure la sua grande sagoma manca ancora sullo sfondo, così come il rumore a tratti quasi spaventoso dei suoi rami quando infuriava la tempesta.

Un tempo inoltre nel prato accanto all'albergo erano stati piantati diversi meli. Erano proprietà di Giovanni Salvadori che li curava personalmente, pianta per pianta, affinché crescessero le varietà di Limoncini, Canada e Agostesi. Piante che molti anni dopo sono state tagliate o che fioriscono ancora, ma non regalano più nessun frutto.

A primavera, invece, vestiva la strada di bianco l'albero di ciliegie che si trovava nell'orto della famiglia Lucietti, infatti quando era tutto fiorito e la brezza lo accarezzava, lasciava andare i suoi petali che formavano un lungo tappeto bianco nei dintorni.


martedì 4 febbraio 2025

PROGETTO BENEFICO A.L.G.E. CON I MIEI LIBRI

 Ciao a tutti. 

Parte oggi un progetto benefico con i miei libri, il Progetto A.L.G.E. Sono le iniziali del nome di 4 amici animali volati in Cielo, ovvero Aughen, la gattina di mio papà, Lucky, una cagnetta non mia ma "morosa" del mio cane Giuliano, Giuliano appunto e il micio Esteban. 

Giuliano


Giuliano e Lucky


Esteban


Aughen


Si tratta di un progetto il cui ricavato andrà all'Associazione canile di Naturno, che aiuto da diversi anni. L'associazione dopo essere stata costretta a trasferirsi in val d'Ultimo, a marzo chiuderà la struttura, ma l'associazione resterà attiva, occupandosi dei cani che non sono stati ancora adottati e di altri progetti sempre per gli animali, anche più in generale (vi dirò man mano che sarò aggiornata). Comunque aiuto per i cani non ancora adottati e altri progetti per gli animali. L'associazione è sempre la stessa, il nome è uguale e tutto, inoltre si continuerà a cercare una nuova struttura. 

Nel frattempo, cerco grazie ai libri di aiutare questa realtà. Volete aiutarmi?

Ecco come:

1) Grazie al libro Amici per sempre. Storie vere di animali. Sono storie vere di animali, scritte da me e da altri autori italiani. Da sempre tutti i proventi del libro vanno a questa realtà. Potete acquistare il libro su Internet (La Feltrinelli, Mondadori store, Ibs, Amazon) oppure richiederlo a me a Mezzana in via 4 novembre 21 o larazavatteri@gmail.com o su Facebook. Come sempre i proventi del libro, acquistato su Internet, ordinato in libreria o richiesto a me andranno totalmente all'associazione. 

2) 1 euro su tutti i miei libri sarà destinato a questa associazione. In questo caso, solo sui libri che richiedete a me, che vi consegno o che vi spedisco. Qui per ogni copia un euro sarà accantonato e poi destinato all'associazione;

3) Con il libro scritto con il mio ragazzo, Mirko Rizzi. Il libro è Risparmia Subito su come risparmiare in casa, per la spesa ecc...per la mia parte e per la sua per ristrutturazioni, lavori in casa e altro. Anche qui per ogni copia richiesta a me o Mirko o spedita 1 euro sarà accantonato per l'associazione. Per Mirko la mail è mirko.rizzi@libero.it. 

4) Trovate due miei libri, A piedi nudi nei tini e Poesie della stagione fredda anche al Punto di lettura di Mezzana (vicino al Palazzetto dello sport), potete partecipare anche così, acquistandoli lì e poi provvederò io ad accantonare 1 euro. 

Quindi, alla fine metteremo insieme tutto e faremo un bonifico unico per l'associazione. 

Importante: Per un periodo acquistando insieme, solo da me,  A piedi nudi nei tini e Poesie della stagione fredda questi libri erano scontati, ora visto il progetto tornano, anche acquistati insieme, a prezzo pieno. 

Per partecipare, basta richiederci un libro (a me o Mirko), il nostro, i miei o Amici per sempre, o acquistare online Amici per sempre o comprare i due titoli disponibili al Punto di Lettura di Mezzana. 

Quando il progetto A.L.G.E. sarà terminato, il libro Amici per sempre continuerà a sostenere l'associazione come ha sempre fatto, mentre gli altri libri termineranno la loro "missione". 

Grazie mille fin d'ora a chi vorrà partecipare!

Lara Zavatteri e Mirko Rizzi


I libri partecipanti


giovedì 30 gennaio 2025

RUBRICA UNA PAGINA A CASO

 


Inauguro oggi una nuova rubrica per i miei libri "Una pagina a caso". Sceglierò una pagina a caso dei miei libri e la pubblicherò, così avrete un "assaggio" del libro. Comincio con il mio ultimo libro cioè "Sofia e la capsula del tempo" che trovate richiedendomelo a larazavatteri@gmail.com, a Mezzana in val di Sole in via 4 novembre 21, su Facebook o lo potete acquistare online (Ibs, Mondadori Store...) o ordinarlo in libreria con titolo, autore e editore (Youcanprint). Ecco, per voi, una pagina a caso:


Già è stato detto che Sofia, per lavorare, piantava alberi. Ma non solo perché lavorava in un vivaio, li trasportava, li curava, li travasava e via discorrendo. Piantava proprio alberi. Già, perché il signor Amerigo anche se parlava in dialetto quando era arrabbiato e non solo, anche se bofonchiava parole a volte incomprensibili e aveva spesso da dirle “Te parel ore da rivar’” in fondo era un buon uomo.

Sofia aveva scoperto questa attività del signor Amerigo durante quegli oltre due anni che stava lì nel vivaio. Un giorno era arrivato un carico di piante che non aspettavano, ma il signor Amerigo aveva fatto cenno al furgone di entrare pure nel vivaio. Aveva controllato le piante e poi detto a Sofia di accompagnarli.

Sofia, che aveva chiuso il vivaio e messo il cartello “torno subito” (che poi, sarebbero tornati subito? Boh! Non sapeva nemmeno dove stessero andando) mentre il signor Amerigo e l’uomo del furgone stavano davanti, si era seduta dietro, insieme agli alberi. Avevano lasciato il centro abitato e si erano diretti verso la montagna. Era un posto che tutti conoscevano bene, perché tempo addietro uno spaventoso incendio aveva raso al suolo parecchi ettari di quel bosco. Le fiamme, aiutate anche dal vento, avevano attaccato in un baleno i tronchi e i rami degli alberi e nonostante tutti gli sforzi dei vigili del fuoco c’erano volute ore e ore per domare le fiamme. Alla fine, tutto appariva nero, bruciacchiato, morto.

Se da vicino lo spettacolo era da Apocalisse, anche da lontano quella sorta di macchia scura stringeva il cuore. Era proprio lì che il furgone si stava dirigendo, lì dove tutto era ancora annerito nonostante fosse passato del tempo. Giunti in una radura, il furgone si fermò, l’uomo aiutò il signor Amerigo a scaricare le piante mentre quest’ultimo porgeva a Sofia gli attrezzi che aveva portato fin lì, che Sofia non aveva notato (probabilmente li aveva già messi nel furgone) ovvero vanghe e tutto il necessario per appunto piantare alberi.


Comincia qui” le disse il signor Amerigo porgendole una pala.


Sofia ubbidì e iniziò a scavare come stava facendo il signor Amerigo, che, si scoprì, aveva in mente di piantare quello e altri carichi di alberi per rinverdire quella zona. Così andarono avanti, lei e il vivaista, mentre man mano che gli alberi calavano l’altro uomo andava e tornava con un nuovo carico. Mentre lavorava Sofia pensava, non le pareva che nessuno avesse richiesto quel lavoro. Ma allora che cosa ci facevano lì? Perché il signor Amerigo da ore, insieme a lei, piantava alberi su quella montagna devastata dal fuoco? Decise di chiedere delucidazioni.


Signor Amerigo mi scusi, ma chi ha chiesto queste piante?”


Il signor Amerigo non alzò nemmeno la testa e continuò a lavorare. Eppure doveva aver sentito benissimo. Intanto grazie ai nuovi alberi, che sarebbero cresciuti, quella macchia scura un po' alla volta sarebbe rinverdita, ci sarebbe stata nuova vita sulla montagna mangiata dal fuoco. Sofia non osò chiedere nuovamente nulla, ma quando il tizio del furgone tornò, gli si avvicinò.


Scusi, ma sa per caso chi ha richiesto questi alberi al signor Amerigo?” domandò.


L’uomo la guardò stupefatto, come se si aspettasse che conoscesse tutta la storia. Quando capì che per davvero Sofia non ne sapeva nulla, spiegò:


Nessuno li ha chiesti. È stato il signor Amerigo a proporre a chi di dovere di piantarli, per far tornare il bosco. Questi hanno accettato ed eccoci qua.”


Vuol dire che gli alberi e il lavoro sono tutto gratis?” chiese Sofia.


Gli alberi di sicuro, signorina. Per il suo lavoro non so” disse lui.





mercoledì 29 gennaio 2025

LIBRO DISPONIBILE E ASSOCIAZIONE RESTA ANCHE SENZA STRUTTURA


 Storie vere di animali, con due miei racconti ed altri di autori italiani. Il ricavato va sempre all'associazione canile di Naturno. Dopo essere stata costretta a spostarsi in val d'Ultimo l'associazione da fine marzo non avrà più purtroppo una struttura, anche se continuerà a cercare un terreno. L'associazione resta, è tutto invariato, segue i cani dove saranno dislocati ed altri progetti di aiuto per gli animali. Se volete il libro ho copie disponibili o lo trovate online su Ibs, La Feltrinelli, Mondadori Store, Amazon. Il ricavato sempre all'associazione grazie Lara

martedì 14 gennaio 2025

IL VIDEO DEL LIBRO DI SOFIA SUL MIO GRUPPO SU FACEBOOK

 Ciao a tutti.

Il video del mio libro su Sofia e la capsula del tempo potete vederlo sul mio gruppo Facebook "Tutti i libri della scrittrice Lara Zavatteri" a questo link:

https://www.facebook.com/1498895502/videos/1835845873925413/