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mercoledì 24 maggio 2023

ESTRATTO DAL LIBRO A PIEDI NUDI NEI TINI

 Per voi un racconto dal mio libro A piedi nudi nei tini e altri racconti della Valpantena e della Val di Sole, dedicato a mio papà Renato, con racconti della Valpantena e della valle di Sole. Questo parla di quando incontrammo la campionessa di mountain bike Paola Pezzo a Malè, lei che era delle stesse zone in cui era nato mio papà, precisamente di Bosco Chiesanuova. Per voi:


Bosco Chiesanuova

Fu un anno, un'estate in cui nel capoluogo della val di Sole, Malé, si disputarono delle gare di mountain bike. Non sono nemmeno sicura se fosse una gara, ma mi pare di sì anche se l'anno non mi torna in mente.

Comunque, c'erano delle biciclette e soprattutto c'era lei, Paola Pezzo, mountain biker italiana, campionessa olimpica nella specialità cross country. Poteva non andare? C'erano le bici, anche se non erano quelle da corsa come quelle del Giro e Paola Pezzo era di Bosco Chiesanuova, vale a dire non lontano dai “suoi” paesi ossia Marzana, Grezzana, Cerro Veronese, Erbezzo, insomma la considerava, anche se non la conosceva, una di “casa” perché era di quei posti dove era nato lui.

Ci andò una prima volta non ricordo con chi, avvicinandosi per conoscerla e dirle subito da dove veniva, che era nato a Marzana e che sapeva che lei era di Bosco Chiesanuova. Poi tornò a casa, mi disse se volevo andare anch'io a conoscerla. Ci andai, un po' perché anche a me piaceva Paola Pezzo, un po' perché quando si trattava di bici in generale mi sembrava sempre di dovermene interessare per forza, proprio perché era uno sport che piaceva a lui.

Anche per questo, guardo anch'io il Giro d'Italia. Anche per questo cercavo-cosa quasi impossibile-di intromettermi quando con lo zio Mario, suo fratello, a casa, mio papà parlava di ciclismo, a tavola. Capitava tutti gli anni, quando era il suo compleanno e gli zii arrivavano da Verona. Per dire, a me Cunego non è mai piaciuto tanto (così, come ci piace o meno qualcuno, anche quando non lo si conosce, senza un motivo) appena mi azzardai a dirlo, apriti cielo! È di Verona, anzi ancor peggio, originario di Cerro Veronese, per cui, guai toccarlo!

Sicché, tornando a Paola Pezzo, ci andai, e prima di arrivare già mi aveva informato che ci aveva già parlato, che era stata molto gentile e che non si dava arie, che era alla mano, e che qua e che là, insomma sembrava fosse stato lì a parlarci insieme tutta la mattinata-mi pare che le gare fossero il pomeriggio-e probabilmente l'avrebbe anche fatto, se lei non avesse avuto da prepararsi per la competizione.

Arrivammo a Malè e giunti sul posto la vidi subito. Non ebbi neanche il tempo di dire “a” che lui subito gridò “Paola!” verso di lei, che, mi ricordo, ci guardò cercando di ricordare, forse. Chissà quante persone l'avevano incontrata, le avevano parlato, dal momento in cui era arrivata, era logico che non si ricordasse di tutti. Ma, per nulla scoraggiato, mio papà si avvicinò ancora spiegando nuovamente che era quello di Marzana e via dicendo. Le parlava con una familiarità eccessiva, come la conoscesse da sempre e non da qualche ora -l'aveva vista per l'appunto poco prima- solo perché era di un posto non lontano dal suo.

Io questo non l'avevo compreso, un po' anche mi vergognavo per quella confidenza, solo adesso, ripensandoci, capisco che era l'entusiasmo di essere lì con qualcuno che la tua terra la conosce bene perché ci ha vissuto a farlo parlare con tale foga.

Io non spiccicai parola, mi pare, se non per ringraziarla quando mi regalò un suo autografo, che ho tutt'oggi. Fu molto gentile e quando ce ne andammo pareva tutto soddisfatto. Quelli, anche se abitava a Mezzana da tanti anni, erano sempre i “suoi” paesi e poterli nominare e ricordare con qualcuno era una bella cosa, che un po' faceva bene al cuore, un po' lo avvolgeva di nostalgia.


Il libro per tutto maggio è scontato della metà richiedendolo a me ;)





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