Ecco per voi un estratto dal libro A piedi nudi nei tini e altri racconti della Valpantena e della Val di Sole. Questo riguarda una casa alta e stretta a Mezzana...
Una casa alta e stretta
Era una casa alta e stretta, accanto ad un'altra casa, anch'essa alta, di quelle casone che si costruivano un tempo, che parevano non finire mai, ma questa era larga, mentre quella di cui si parla era strettina e con una scala con gradini in pietra sul davanti. Era vicina a questa casa dove si vendevano generi alimentari ed altro e solo a qualche passo dalla chiesa.
Dentro ci abitavano Rina e Gildo, diminutivo di Ermenegildo, veniva chiamato Gildo come si usa, specialmente nei paesi, per i nomi troppo lunghi, o anche per altri motivi, ma è un'usanza che si trova soprattutto nei paesi. Gildo, di Mezzana, lavorava con il legname mentre la moglie Rina, nativa di Rabbi, era sarta. Avevano due figli. Il più grande, di nome Roberto, era nato nel 1944, la femmina invece, battezzata Domenica, nel 1947.
Le scale divennero presto luogo di ritrovo per gli amici dei bambini, che la sera si attardavano a giocare e ridere, fino a quando una donna del quartiere, probabilmente stanca delle loro grida e delle loro risate, buttava fuori dalla finestra un catino d'acqua cercando di colpirli, sperando forse che in tal modo se ne sarebbero tornati a casa, ma quasi sempre i bambini riuscivano a schivarla e ancora per un poco continuavano nei loro giochi, sperando che non si riaprisse nuovamente la finestra.
C'erano molti bambini nel gruppetto: oltre ai fratelli Domenica e Roberto-questo, essendo un po' più grande, a volte se ne andava con ragazzini della sua età-Adriana, Edda, Flavio, Melchiore, Mirtis, Alda, per fare alcuni nomi.
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